lunedì 28 novembre 2011

Verrà la morte e avrà i tuoi occhi



Verrà la morte e avrà i tuoi occhi
questa morte che ci accompagna
dal mattino alla sera, insonne,
sorda, come un vecchio rimorso
o un vizio assurdo. I tuoi occhi
saranno una vana parola,
un grido taciuto, un silenzio.
Così li vedi ogni mattina
quando su te sola ti pieghi
nello specchio. O cara speranza,
quel giorno sapremo anche noi
che sei la vita e sei il nulla.
Per tutti la morte ha uno sguardo.
Verrà la morte e avrà i tuoi occhi.
Sarà come smettere un vizio,
come vedere nello specchio
riemergere un viso morto,
come ascoltare un labbro chiuso.
Scenderemo nel gorgo muti.


Cesare Pavese, 22 marzo '50.

mercoledì 23 novembre 2011

L'esistenza senza senso

Passeggio in una notte di primavera per le stradine del mio paese, il cielo è sereno, non c'è vento, sembra quasi che il mondo intero dorma.
Il cane, mio obbligato amico, mi cammina davanti, annusa, scruta, si sorprende.
Ogni tanto qualche auto illumina il mio viso e mi desta da pensieri che pervadono il mio corpo di un'angoscia che questa sera torna più che mai ad incendiare la mia anima.
Giramenti di testa e una inspiegabile pressione sulla faccia sono solo la cornice di questo mio stato d'animo.
Come al solito la musica sgorga dalle cuffiette e raggiunge il mio nucleo emotivo, sembra che plachi come morfina il mio dolore mentre in realtà lo seppellisce,lo tiene vivo ma sotto la superficie, nascosto.
Cerco di ricordare il modo in cui l'ho scacciato l'ultima volta, la mia memoria però mi gira anch'essa le spalle e mi ritrovo a cercare di addomesticarlo, di addolcirlo con qualche menzogna costruita appositamente, ma la mia coscienza è sveglia e si rende conto subito dell'inganno.
Non riesco a sputare quel sapore amaro che mi riempe la bocca, le parole escono sempre più di rado e quando accade sembrano non avere alcun senso, come la mia esistenza.

lunedì 14 novembre 2011

Untitled1

E ritorno a scrivere, dopo del tempo che non lo facevo.
Forse i miei assillanti pensieri erano in vacanza, ma adesso sento che tornano più pressanti di prima. In realtà non credo di aver niente da dire questa sera.
In sottofondo i Wolves In The Throne Room creano un'enorme bolla di sapone intorno a me. Purtroppo la mia negatività la scurisce e rimango intrappolato in questa sorta di limbo dove la malinconia mi sventra.
Tante strade si aprono davanti ai miei occhi, ma io non so scegliere, resto lì, fermo a questo grande bivio, incapace di vivere. Intanto milioni di anime mi passano accanto, imboccano strade, mentre io resto indietro, sento che sto perdendo inutilmente tempo, ma non riesco a reagire con forza una volta per tutte, mi scoraggio, mi accontento.
Tiro i remi in barca, lascio che la corrente mi trasporti dove meglio crede, più tardi potrò sempre dare la colpa al destino se il posto in cui la barca si incaglia non mi aggrada. Il cielo è nero, le nubi coprono ogni raggio di luce, sprofondo in un vortice di inquietudini, non mi faccio domande. Oramai tutto è piatto, non esiste più niente che io possa definire anormale, prendo quello che viene, le cause non sembrano interessarmi neanche più.
Stringo le gambe al petto, sento che il respiro si fa più affannoso. Piano piano una lacrima cerca di evadere da questa prigione di malessere ma io la trattengo, quasi temo che qualcuno la veda, che qualcuno venga a salvarmi. Rimangio i miei tormenti e cerco di tenerli più lontani possibili dal nucleo della mia mente. Li seppellisco in fondo alla mia anima da dove fra qualche tramonto riaffioriranno tornando nuovamente ad impregnare il mio foglio bianco di un inchiosto nero malato.

giovedì 10 novembre 2011

Zola Jesus

Ad un paio di mesi dalla sua ultima uscita "Conatus" vengo a proporvi un'artista davvero meritevole, secondo il mio modesto parere. Nika Roza Danilova, in arte Zola Jesus ha all'attivo quattro album e una manciata di Ep ad oggi, il suo stile è riconducibile alla dark-wave degli anni '80, rigorosamente lo-fi (ultimo album escluso), che incorpora elementi della no-wave e dell'industrial modernizzati, che completano il "quadro" di desolazione che la sua musica esprime. Il tutto viene valorizzato dalla personalità di questa giovane ragazza (classe '89), la quale potrete sicuramente riscontrare attraverso qualche ascolto.
Il mio consiglio è di lasciar perdere l'ultimo album (Conatus) che oltre a cambiare il "linguaggio musicale" di Zola Jesus non aggiunge niente di nuovo e positivo alle produzioni passate.
Passando agli altri album, "New Amsterdam" è un lavoro ancora acerbo, che fa solamente intravedere le potenzialità dell'artista. Potenzialità che a mio avviso rendono il meglio nel successivo album "The Spoils" dove si fa più presente la componente cacofonica, e attraverso le "inquietanti" atmosfere gotiche l'artista riesce ad esprimere al meglio la sua alienazione giovanile. L'anno dopo esce "Stridulum II", seguito dell'Ep "Stridulum" un album che seppur non raggiunge le vette del precedente si fa ascoltare e apprezzare. Qui il suono torna più melodico e forse per questo, l'album rimane il più facile e gradibile da orecchi abituati ad un tipo di musica tendenzialmente soft.
Sotto segue la copertina, la tracklist e il download dell'album "The Spoils".
Buon ascolto.


Tracklist:
1. Six Feet (From My Baby)
2. Crowns
3. Sinfonia And The Shrew
4. Sink The Dynasty
5. Devil Take You
6. Lullaby In Tongues
7. Smirenye
8. Clay Bodies
9. In Hiding From The Crow
10. Tell It To The Willow
11. Soeur Sewer
12. Odessa
13. Poor Sons
14. The Way
15. Dog


Aggiungo solamente che Zola Jesus è in tour, quindi vi consiglio se dovesse passare dalle vostre parti di non lasciarvi scappare l'occasione.

Alla prossima.

martedì 8 novembre 2011

I tramonti di quell'inferno africano si rivelavano straordinari.

"I tramonti di quell'inferno africano si rivelavano straordinari. Non te li toglieva nessuno. Ogni volta tragici come mostruosi assassini del sole. Un immenso bluff.
Soltanto che c'era troppo da ammirare per un uomo solo.
Il cielo per un'ora si pavoneggiava tutto spruzzato da un capo all'altro d'uno scarlatto delirante, e poi il verde scoppiava in mezzo agli alberi e s'innalzava dal suolo a strisce tremanti fino alle prime stelle. Dopo di che il grigio riprendeva tutto l'orizzonte e poi di nuovo il rosso, ma allora stanco il rosso e non per molto. Finiva così.
Tutti i colori cadevano a brandelli, afflosciati sulla foresta come vecchi stracci alla centesima replica. Ogni giorno verso le sei era esattamente così che andava."

Da "Viaggio al termine della notte" di Louis-Ferdinand Céline

Buongiorno mondo.

lunedì 7 novembre 2011

Vomitando sofferenza

Gli anni scorrono come lacrime sulle mie guance bianche,
e l'angoscia apparecchia sul mio stomaco e inzia a rosicchiarmi l'anima.
Non capisco cosa mi riduce in questo stato di pre-morte.
Ci rifletto, niente, cerco di non pensarci, niente.
Il tempo guarisce ogni cosa dicono.
Arriverà in tempo per trovare ancora qualche briciola delle mie speranze?
Mi alzo, cammino, sono stanco, mi siedo, dormo, sono stanco.
Domani è un altro giorno, un altro giorno uguale a oggi.
Mi illudo, spero, ci credo, mi abbatto, cado, mi rialzo, mi illudo.
L'illusione in fondo è una piacevole compagna, senza di lei questo mondo grigio sarebbe buio.
Cerco continuamente spalle su cui appoggiarmi, ma le persone sembrano fatte di aria
e finisco sempre per cadere sul fondo, quel fondo che conosco bene, dove oramai mi sento a mio agio.
Annaspo e tremo, sorrido mentre affondo. Il niente diventa il mio tutto,
il tutto è lì davanti ai miei occhi, devo solo allungare la mano e prenderlo,
ma non ce la faccio, forse non voglio. Aspetto. Cosa? Sono stanco di aspettare.
Il mio stereo ormai suona solo canzoni malinconiche, le parole perdono di significato,
come la mia vita, che mi scorre davanti, mentre la osservo aldilà di un vetro appannato.
E gli anni continuano a scorrere, le mie guance non sono più bianche come prima, e di lacrime nemmeno l'ombra.


(L'autore non è specificato perché ne sono io stesso l'artefice.)

Arrivederci

Salve a tutti.
Apro questo blog, essendo perfettamente cosciente della quantità di blog che si possono trovare sul web. La maggior parte sicuramente sarà migliore di questo, anche perché non sono bravissimo con l'informatica. Il punto però è che fondamentalmente lo apro per me stesso e successivamente per quella strana necessità che l'uomo ha di condividere. E qui entrate in campo voi, voi pazzi che sceglierete di leggermi. Spero di esservi utile, non so in quale modo, ma lo spero.


Il blog non parlerà di niente di preciso. Parlerà di quello di cui ho voglia di parlare io. A volte vi beccherete consigli musicali, altre volte citazioni prese da qualche libro, che magari vi fa cagare, altre volte saranno semplicemente miei pensieri, o più probabilmente paranoie.


Tutto qui, buona vita.